L'orto del Monastero

Nell'area adiacente all’ingresso del laboratorio culturale è presente l'orto-giardino del monastero, caratterizzato da un pozzo centrale ed aree accuratamente coltivate che ospitano ortaggi, erbe aromatiche e varie specie di alberi da frutta e fiori la cui disposizione, oltre che risultare esteticamente gradevole, nasconde significati simbolici.
L’impressione che si riceve varcando l’ingresso a tale spazio è di straordinario equilibrio, pace e serenità.

Il lavoro dei campi è fondamentale per la vita monastica, infatti San Benedetto nella sua Regola scrive: “saranno veri monaci quando vivono del lavoro delle loro mani”. La Comunità Monastica , con un po’ di aiuto, coltiva l’orto per il proprio fabbisogno alimentare ma nel creare il polo culturale ha cercato di offrire una risposta alla sempre crescente domanda, soprattutto da parte di famiglie, di attività all’aria aperta. L’esigenza di vivere esperienze a contatto con la natura, solitamente ricercate lontano dal contesto urbano, in questo caso sarà soddisfatta nel cuore del centro storico cittadino, riscoprendo le differenze dei colori e dei profumi delle stagioni.
Il lavoro dei campi è fatica, sudore, dedizione, ma anche riscoperta del creato, della bellezza, della fisicità, della condivisione, della collaborazione, del lavoro di “squadra”, dell’ascesi come esercizio di conoscenza di sé davanti alla meraviglia del creato.

Qualche curiosità

Il pozzo centrale funge anche da cisterna per la raccolta dell’acqua piovana.
La collocazione geografica a poca distanza dal mare e la presenza del muro di cinta che rende l’orto particolarmente affascinante per la sua caratteristica di essere racchiuso tra le mura , favorisce le coltivazioni sotto alcuni aspetti (gli agrumi sono riparati dal vento ad esempio essendo vicini al muro) ma le ostacola sotto altri poiché la minore areazione rende meno fruttuose alcune coltivazioni o comunque le vincola. Ad esempio non è possibile coltivare pomodori oltre la seconda decade di luglio quando dei minuscoli insetti detti volgarmente “saltellanza” attaccano le piante di pomodoro danneggiando tutti i frutti.

Il monastero informa

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